L’ASSOCIAZIONE DIRETTORI ALBERGO – A.D.A. ITALIA INTERVIENE SULL’ALLERTA CORONAVIRUS IN ITALIA E SULLE POSSIBILI RICADUTE PER IL COMPARTO TURISTICO.
“Le conseguenze commerciali saranno notevoli e noi siamo soggetti passivi” commenta il Presidente Nazionale Alessandro D’Andrea preoccupato per il rischio del crollo delle prenotazioni da un mercato, quello cinese, che prometteva 4 milioni di turisti.
L’attualità sta chiamando tutti a fare i conti con l’allerta globale scattata per la diffusione del Coronavirus cinese, anche alla luce dei primi casi riscontrati in Italia.
In particolare è l’Hotel Palatino di Roma ad essere finito sotto i riflettori perché due dei suoi ospiti, una coppia di cittadini cinesi nel Bel Paese per una lunga vacanza
itinerante, sono stati ricoverati e trovati positivi al virus.
“Esprimo la mia solidarietà ed il mio apprezzamento per la professionalità dimostrata al direttore della struttura romana” – le parole di Alessandro D’Andrea, Presidente Nazionale dell’Associazione Direttori Albergo Italia- Il collega sta affrontando una situazione complessa, sicuramente impegnativa e allo stesso tempo delicata, evidenziando la profonda competenza e serietà che contraddistinguono i manager dell’accoglienza.
Questa situazione sta già provocando, e continuerà a farlo, ricadute sociali, mediatiche e commerciali che non vanno né sottovalutate ma neanche ingigantite, nella speranza che quanto prima l’allerta possa rientrare.
Ecco perché il ruolo degli organi di informazione è centrale per la diffusione di notizie puntuali, scongiurando al tempo stesso allarmismi inutili o infondati.
A noi operatori del mondo dell’hotellerie e del turismo non resta che affidarci alle Istituzioni nazionali ed internazionali poiché i controlli in aeroporti, stazioni e porti siano capillari.
In attesa di capire come evolverà questo quadro in continuo mutamento, A.D.A. non può non fare alcune riflessioni, a cominciare dalla preoccupazione che gli alberghi possano essere percepiti come luoghi particolarmente a rischio perché frequentati da clienti provenienti da tutto il mondo. È dunque bene chiarire come le strutture siano sempre e costantemente sanificate e che gli operatori sono formati per seguire le corrette procedure, anche in caso di eventi particolarmente gravi.
Certo è, che in questa particolare situazione, il rischio contagio attraverso anche un solo colpo di tosse rende tutto più difficile.
Ecco perché tutte le iniziative messe in atto dalle autorità competenti ci rassicurano rispetto il buon esito della vicenda.
Non manca però la preoccupazione legata allo stop dei voli e dei viaggi da e per la Cina visto che questo è proprio uno di quei mercati in forte crescita e sul quale l’intero settore puntava: basti ricordare – dice ancora D’Andrea – che nel 2018 i turisti cinesi hanno fatto registrato 3 milioni di arrivi e 5 milioni di presenza, fonte Enit. La stima per questo 2020 era dunque ancora più rosea puntando ai 4 milioni di arrivi. Un turismo, inoltre, molto rivolto al lusso verso cui l’Italia si sta sempre maggiormente orientando. Già le piattaforme per le prenotazioni hanno introdotto la cancellazione senza penali per il mercato cinese. Inoltre c’è da aspettarsi uno sconvolgimento anche dai mercati europei, medio-orientali, russi e statunitensi dopo la notizia dei casi di Coronavirus a Roma.
È evidente che le ricadute commerciali ed occupazionali potrebbero essere devastanti in un’Italia nella quale il turismo dà lavoro a 4,2 milioni di persone attestandoci come Paese europeo in cui le attività turistiche generano il maggior numero di posti.
Purtroppo, come direttori d’albergo, abbiamo un ruolo passivo non potendo far altro che continuare a gestire strutture e servizi sempre al massimo degli standard e nel rispetto delle normative”.
Elisa Neri
Ufficio Stampa AdaItalia
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